Nuove ansie ma anche nuove speranze

Siamo arrivati anche a Pasqua, e quest’anno è stato un curioso impasto di pensieri ed emozioni. Mentre le Feste di Natale avevano portato la pacifica invasione dei nipoti e la malattia della mamma, con il carico di preoccupazione e di paura,  seguiti da mesi di stanchezza, controlli, visite, la primavera ci ha condotti verso un po’ di luce. Alla fine la mamy non ha granché, soprattutto ha 81 anni e come dice qualche medico spiritosone “qualcosa a quest’età bisogna avercelo” …, però si è presa uno spavento e di conseguenza si è messa a stecchetto e sulle prime non voleva nemmeno venire a pranzo. Poi ci ha ripensato e non solo è venuta, ma mi ha anche portato l’arrosto e il dolce! Intanto, sono passati 8 anni dalla mia operazione, in apparenza nessuno se ne è ricordato in casa e non ne ho parlato nemmeno io, ma quel giorno sono andata a vedere un bello spettacolo, tutto sulla resilienza femminile con una bravissima attrice e mi sono coccolata un po’.  E poi è arrivata davvero Pasqua e con le mie solite ansie ho cucinato per due giorni col fiatone e con i miei fantasmi, ma ce l’ho fatta. E qualche bella giornata con la mia cucciola ormai donna, e col suo ragazzo fresco e sorridente, mi ha ridato un po’ di spinta ( ma che impressione vederli partire ieri sera!). E domani si riprende la scuola, si rivedono i colleghi, saranno chiacchiere e discussioni e lavoro. E vita.

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Il Calicanto

Il Calicanto è il primo fiore dell’anno, fiorisce quando ancora fa freddo e un suoi fiori pallidi e diafani stupiscono tra le altre piante ancora spoglie.  Il suo profumo si sente da lontano, forte e ammaliante. A casa dei miei c’è una pianta di Calicanto da prima che io nascessi, un grande cespuglio che ha resistito a inverni gelidi ed estati torride. Anche quest’anno improvvisamente in un giorno di fine gennaio sono stata ammaliata da quel profumo, e appena arrivata non ho potuto far altro che seguire la scia odorosa e andare verso la pianta, inebriarmi del suo profumo e a  sua bellezza. E infine rubarne un rametto da portare nella mia casa, infilato in un bicchiere,  a profumarmi la cucina, un ricordo d’infanzia, un pensiero alla mia nonna.

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Timori realizzati

Quante volte negli ultimi tempi ho espresso timori e incertezze? Ho perso il conto… quante volte ho guardato mia madre e ho pensato (scacciandolo perché molesto) che purtroppo sta invecchiando e che prima o poi avrei dovuto affrontare tutto questo. ..

E ora, dopo un bel Natale insieme, la mamma non sta bene, ha sbalzi di pressione che non riusciamo a governare, che rischiano di danneggiare il cuore. E io devo fare i conti di colpo con ciò che non volevo affrontare,  i suoi 80 anni e la realtà che rappresenta questo numero.  La vita che si accorcia, meno tempo da trascorrere ancora insieme.  Mia madre è l’unica persona della mia famiglia d’origine ancora accanto a me, mio fratello vive molto lontano da qui. Di colpo ho paura e mi stringo a mia figlia e mio marito, la mia famiglia di oggi, vera e solida. E mi va di dedicare loro questa canzone

 

Sarà di nuovo Natale (e festa tutto l’anno)….

Un altro Natale è quasi arrivato e sento davvero il bisogno di festeggiare con le persone a cui tengo. Ho voglia di stare in compagnia, di ridere e di sfuggire la solitudine. Mi è sempre più difficile stare sola, l’ansia che mi prende alla gola è sorella della solitudine. E io non la voglio, Perciò cucino, preparo e organizzo. In attesa di un nuovo anno che qualche timido segnale ci annuncia migliore. Prosit!

Good news and be calm !

Gli ultimi mesi sono stati pesanti, pervasi da una profonda tristezza causata anche dalla perdita di amici cari e congiunti, un’estate calda, afosa, attraversata da brutte notizie. Cammini che si interrompono, fili che si spezzano di colpo. E poi amiche che di nuovo debbono confrontarsi con la malattia, ogni volta un colpo al cuore: “e se capitasse anche a me?” Quella parola “recidiva” che nessuna di noi vorrebbe sentir pronunciare, quella parola che non riusciamo nemmeno a pensare.

Ho atteso la ripresa della scuola con un senso di liberazione, sperando in un ritorno alla normalità, alla banalità della vita quotidiana, e alle sciocchezze delle classi e della sala insegnanti. E invece no, subito il primo giorno, la parola “recidiva” e una collega assente all’appello. Volevo urlare.

E dopo pochi giorni un’altra, qualcosa non va, non sappiamo ancora bene cosa, ma l’assenza intanto si prolunga. E tratteniamo il respiro.

In mezzo a tutto questo i miei controlli, fatti a fine agosto con tranquillità ma sempre con quel retropensiero nell’ltimo angolino della mente “e se..?”… e il nuovo radiologo troppo scrupoloso che ipotizza strane irregolarità negli esami, mi costringe a ripetere la lastra ai polmoni e mi regala un altro po’ di stress.

Ohm……… non c’è nessuna pratica rilassante che funzioni stavolta, è troppa la tensione intorno, e l’oncologa che non chiama e non mi conferma l’appuntamento. Il cup dice che non ho urgenza, è routine, e vuole darmelo a gennaio…. io a gennaio non ci sarei arrivata sana di mente con questi presupposti…. ohm….. alla fine l’oncologa chiama, va tutto bene ma mi vuole vedere. Appuntamento il 26 settembre, ritagliato tra altri, mi rendo conto che dovrò avere pazienza, ma due ore di ritardo e il suo brusco approccio non mi mettono di buon umore !

Alla fine va davvero tutto bene, e mi consiglia di distrarmi, fare qualcosa per me, rilassarmi, sono troppo tesa….. ma il pensiero di avere contribuito anche lei un pochino, ma solo un pochino al mio stress non la sfiora ?!? …..Ohm…..

Uomini e donne

Avere cinquant’anni è molto diverso se sei un uomo o una donna. Noialtre dobbiamo affrontare la menopausa, il confronto con le figlie grandi che ci rimandano l’immagine della giovinezza mentre noi invecchiamo, il confronto con le nostre madri che vediamo invecchiare e ci rimandano l’immagine del nostro futuro. Ci ritroviamo con armadi pieni di vestiti troppo giovanili, e soprattutto stretti in vita quando fino allo scorso anno ci stavano bene, e di colpo troppo scollati, e mostrano certe pieghine e rughette della pelle, che sino a poco fa era così compatta…

I maschi, invece, si comprano la moto, e se ce l’avevano già la cambiano, e cominciano  a girare in branchi di motociclisti tutti pari età, pari baffi o barbe brizzolati, grandi birre, entusiasmi da bambini. O si comprano la mountain bike e il resto uguale. O l’auto sportiva, o la vespa, o il suv. Tornano ragazzi, credono di avere quindici anni.

E noi ci ritroviamo coi figli grandi, i genitori vecchi, i mariti rimbambiti, le amiche lasciate colpevolmente per strada in anni di dedizione alla famiglia, e tanta, tanta tristezza.

Up and down

Questi mesi sono un continuo su e giù di sensazioni ed emozioni, davvero up&down, ache difficili da riordinare in un discorso… cerco solo ora di scriverne, dopo l’enensima botta, per provare a fare luce nel buio, e un po’ d’ordine nel caos dei pensieri. I quattro amici che mi seguono ( e che non oso definire lettori) perdoneranno le sconclusionate riflessioni che cercherò di fare, ma il blog è per me prima di tutto.

Down: alcuni mesi fa, in modo un po’ casuale, sono riemersi ricordi di una fase problematica della mia adolescenza, nella quale ero fragile di salute e avevo dovuto sottopormi a terapie anche pesanti. Di colpo ho realizzato le paure che avevano dovuto provare i miei genitori, la loro preoccupazione nel vedermi crescere con difficoltà, e la voglia di cancellare tutto che per trent’anni mi ha fatto praticamente rimuovere quel periodo. Di colpo mi è tornato addosso tutto e in modo irrazionale mi sono sentita malata ( ma sono guarita da quella patologia !!), probabilmente ho traslitterato la paura di un ritorno del cancro in un’altra cosa, me ne rendo conto. Dopo questa specie di attacco di panico ho faticato a vincere sensazioni di soffocamento e di angoscia, a dormire senza aiutino.

Up: i risultati universitari della pargola mi hanno riportato in alto, mi hanno fatto sentire fiera ed orgogliosa, il suo progressivo acquistare autonomia mi inorgoglisce, ma al tempo stesso ahimè invidio la sua giovinezza, la sua vita ora, che forse scopro avrei voluto fare ancora, ma ormai sono fuori tempo massimo per la bohème !!!

Down: e poi, cattive notizie sulla salute di cari amici, uno colpito dalla bestia, in modo grave, e l’angoscia riprende il sopravvento, l’ansia attanaglia lo stomaco, e si ritorna nervosa, distratta, triste. Mi rendo conto di essere davvero pesante per mio marito e mia figlia,  cercano di distrarmi e rasserenarmi, ma anche di fronte ai paesggi più belli, ai loro sforzi affettuosi, mi prende l’angoscia. Un tuffo nel nulla, nel buio di un pozzo profondo.

Up: mi hanno convinto a organizzare una piccola festa per i miei 25 anni di matrimonio, siamo emozionati come due ragazzini e ci prendiamo un po’ in giro da soli, col dispiacere che tutti questi anni siano passati così rapidamente!

p.s.: tiriamoci su il morale, oggi stavo bene e ho preso una multa….

Fragilità

Mi sento di colpo fragile. Fragile a causa delle malattie, anche se superate. Fragile a causa dell’età che cambia, dell’emotività diversa. Fragile perché di colpo sono meno madre, e devo tornare a impostare la mia vita di adulta, tra adulti, senza cuccioli saltellanti intorno. Questo è il cambiamento più grosso, come nemmeno il cancro era stato. Proprio avere una figlia che cresceva mi aveva aiutato a superare la malattia, a guardare avanti sempre.

E ora è davvero partita, per studiare, come è accaduto a me e a suo padre tanti anni fa, e come speravo avvenisse. E mi manca un sacco… non credevo di essere così mammona! E fragilità è pensare che sono qui un po’ sola, con tutto il tempo per scrivere, e per pensare, macchinare nella mia testa possibili evoluzioni negative delle malattie e dei disturbi da nulla, immaginare dialoghi tristi di giorni futuri che forse non verranno…o forse si… fragilità è rendermi cono che la mia mamma ha ottant’anni, che non abbiamo più moltissimo da vivere insieme, e che non riusciamo a dirci quanto ci vogliamo bene e quanto abbiamo bisogno l’una dell’altra.

P.s.: le analisi sono andate bene, anche questa una dimostrazione di paranoia…

Repetita iuvant?

Ripetere è utile, dicevano gli antichi, e senz’altro nello studio è così, ma ci sono ripetizioni delle quali si farebbe volentieri a meno… domani ripeterò la simpatica esperienza della colonscopia, un controllo a tre anni di distanza dall’effettuazione dello stesso esame. Allora era stato individuato un piccolo ospite indesiderato, prontamente rimosso. La profilassi prevede la ripetizione a tre anni di distanza anche in assenza di sintomi…lo screening, la prevenzione e bla…, bla, bla…; questa volta non ne ho paura, so come funziona, ma mi si perdonerà se non ne ho la minima voglia ! E della preparazione preliminare ancora meno…. e il fatto che la data coincida con quella dell’anniversario della scoperta del mio cancro al seno, sette anni fa ( curioso come il tempo passi… mi sembra davvero ieri…), mi piace meno meno meno ! Fare un lungo respiro…. inspirare… espirare… ohmmmm!!!