Repetita iuvant?

Ripetere è utile, dicevano gli antichi, e senz’altro nello studio è così, ma ci sono ripetizioni delle quali si farebbe volentieri a meno… domani ripeterò la simpatica esperienza della colonscopia, un controllo a tre anni di distanza dall’effettuazione dello stesso esame. Allora era stato individuato un piccolo ospite indesiderato, prontamente rimosso. La profilassi prevede la ripetizione a tre anni di distanza anche in assenza di sintomi…lo screening, la prevenzione e bla…, bla, bla…; questa volta non ne ho paura, so come funziona, ma mi si perdonerà se non ne ho la minima voglia ! E della preparazione preliminare ancora meno…. e il fatto che la data coincida con quella dell’anniversario della scoperta del mio cancro al seno, sette anni fa ( curioso come il tempo passi… mi sembra davvero ieri…), mi piace meno meno meno ! Fare un lungo respiro…. inspirare… espirare… ohmmmm!!!

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Ogni giorno ha la sua pena

Non ho fatto in tempo a scrivere un post liberatorio, ad essere felice per la mia Tac negativa e la ”promozione” al controllo semestrale, che una nuova tragica notizia si è abbattuta sulla nostra piccola comunità di cancer-bloggers: ieri mattina, 5 agosto è mancato Gabriele un dolcissimo ragazzo di 20 anni, che ha combattuto contro la bestia terribile, inutilmente purtroppo, da quando non ne aveva che sedici.
Per molte di noi poteva essere un figlio, per altre un fratello minore, e la sua perdita è per noi tutte un lutto pesante, ci toglie un po’ di speranza nel futuro.
Alla sua famiglia che non conosco va il mio pensiero più affettuoso in questo momento di indicibile dolore per due genitori. Gabriele amava la cultura classica, e lo saluto coi versi di Marziale: la terra ti sia lieve…

Un giorno credi…

Sono passati più di 4 anni dal 1 marzo 2010, quando ho incontrato il fattore C, e dopo tutto questo tempo ti capita di credere di essere a posto, dopo tutti questi anni di controlli e cure ti capita di sentire di essere quasi fuori dal tunnel, di credere avercela fatta insomma.
E poi fai sorridendo il controllo semestrale, sei così tranquilla che lasci passare una settimana prima di passare a ritirare il referto, tanto il tecnico della radiologia ti ha detto di stare tranquilla dopo l’ecografia e la lastra ai polmoni è solo routine…E invece, quando apri la busta, ti trovi un ”sospetto di pseudo nodulo al polmone destro”, proprio nella posizione in cui da due settimane senti un dolore penetrante, che credi posturale e per il quale fai ginnastica e fisioterapia… e il sole, che oggi era finalmente caldo dopo giorni di pioggia, si spegne di colpo. Un gelo scende nel cuore e la richiesta per una Tac di controllo ti fa tornare indietro, a 4 anni fa, e pensi solo che devi ricominciare tutto da capo, indagini, diagnosi, cure… E ti aggrappi a quello “pseudo” che potrebbe fare la differenza: la differenza con una “pseudo”-vita, una “pseudo”-guarigione, uno “pseudo”-cancro.
Perché per noi che ci siamo passate, un’analisi non è mai di routine, un controllo non è mai tranquillo, un esito non è mai scontato e il giorno in cui credere davvero di esserne fuori non viene mai.

SCRIVERNE FA DAVVERO BENE SOPRATTUTTO A CHI LEGGE

Sono stata alla presentazione del libro di Giorgia ed è stato davvero un bellissimo pomeriggio quello di  Modena . Conoscere di persona dopo tanto tempo le mie amiche bloggheresse è stata una grande emozione. Un bel libro, da leggere quello di Giorgia Biasini, che consiglio a tutte e soprattutto a tutti. Le storie delle nostre amiche di blog, storie che noi abbiamo condiviso giorno per giorno, ri-raccontate da Giorgia si mostrano in tutta la loro bellezza, rivelano la forza straordinaria di queste donne combattenti, che hanno utilizzato la scrittura come una delle terapie necessarie a superare la malattia, a conviverci o almeno a vivere con essa. Grazie Giorgia per aver raccontato queste storie e grazie alla tua editrice, una vera forza della natura che ci ha conquistati tutti. E adesso però, vogliamo da te un bel romanzo, possibilemnte a lietissimo fine 🙂

Un lungo silenzio

Mi rendo conto oggi che da mesi un lungo silenzio mi ha tenuta lontana da queste pagine, ma a volte vi è la necessità di tacere, di non condividere i pensieri quando fanno troppa paura.

Pochi giorni dopo l’addio a Wide un semplice test al quale mi ero sottoposta nel quadro degli screening dell’Asl per la prevenzione dei tumori, ha rivelato la presenza di sangue nell’intestino e la necessità di eseguire una colonscopia completa per escludere la presenza di una neoplasia. Avevo eseguito il test come una brava cittadina che accoglie tutte le proposte della sanità pubblica e realizzare di colpo che invece dietro le analisi preventive potevano esserci davvero delle patologie mi ha lasciata impietrita.

La telefonata dell’ospedale, giunta pochi giorni prima di Natale, mi ha fatto trascorrere delle feste angosciate e poco serene, anche perchè ho evitato di avvisare chiunque, non avevo voglia di solidarietà, pietà, racconti sui parenti vicini e lontani che si erano già sottoposti allo stesso fastidioso esame. Ne ho parlato solo con le mie amiche bloggers, ma non su queste pagine, troppo grande l’angoscia che mi prendeva lo stomaco pensando alla possibilità di dover ricominciare tutto daccapo, per poterne scrivere pubblicamente.

Infine la scorsa settimana l’esame, del quale non so dire granchè perchè con la “leggera sedazione” somministratami ho dormito della grossa tutto il tempo 🙂 ma la cosa importante è che non c’era quasi nulla, l’istologico speriamo lo confermi, ma per ora posso stare (quasi) tranquilla.

Nei giorni scorsi infine le analisi semestrali di routine mi hanno promosso per altri sei mesi, e decretato l’inizio della menopausa vera dopo i tre anni di quella forzata ! E quindi da inizio anno addio al Tamox e ai suoi colpi di calore, all’insonnia e ai gonfiori e vai con l’inibitore dell’aromatasi, un po’ più blando.

Tutto per il meglio? Non lo so, io so che nel 2010 avevo 47 anni, ero giovane, nel pieno della maturità e della vita, piena di forza. Ora è come se mi svegliassi dal sonno della Bella addormentata, trovandomi però in un’altra parte della vita, più vicina a mia madre che a mia figlia, passata attraverso un fuoco che ha bruciato desideri e aspettative, ambizioni e progetti, lasciandomi solo il desiderio di poter vivere tranquillamente, il più a lungo possibile, accanto alle persone che amo. Non credo sia poco.