Domani visita !

Domattina prima visita trimestrale post-radioterapia. Dovrebbero controllare i possibili effetti collaterali sopravvenuti, lo stato dell'epidermide, la cicatrizzazione. E i polmoni. Le lastre le ho già fatte dal mitico radiologo che mi diagnosticò il tumore ( e che credo mi abbia salvato la vita!)  e so già che sono a posto, non si nota nulla di sospetto né alcuna mutazione rispetto a quelle che feci a marzo. L'eco idem. E per sicurezza il mitico ha esplorato tutti gli apparati esistenti: dalla vescica ai bronchi nulla è sfuggito al sonar !! E non c'è nulla.
Bene. E allora? Perché questa inquietudine prima di una visita che sarà soltanto routine? Perché mi sento come una scolaretta al primo esame?
Già lo so cosa mi risponderà ZiaCris: sono passati anni e lei si agita sempre, vero?
Purtroppo io non riesco più a considerare nulla normale dopo questa esperienza. Non passa quasi un minuto senza che ci pensi, senza che qualcosa mi porti il pensiero lì. E se per caso non ci penso io,  ci pensano le fitte improvvise a ricordarmelo, o le vampate di calore dovute alle cure ormonali, o il braccio a cui appendo involontariamente qualcosa di troppo pesante…
No ragazze, ha ragione la signora incontrata da Julia all'ASL: di cancro non si guarisce, perché se anche il corpo si riprende e vince la sua battaglia, noi restiamo malate dentro, restiamo ferite per sempre da questa malattia che percepiamo come un'offesa alla nostra esistenza, alla nostra personalità, al nostro essere donna.
Questo è il cancro: un male che ti rode l'anima prima ancora che il corpo.